Ecco dove potresti lavorare e vivere il tuo futuro

Padova, la città dei “tre senza”: il Caffè senza porte, il Prato senz'erba e il Santo senza nome.

Padova - Veneto - Italia - Xerendipity Selezione Personale Domestico Referenziato Garantito 01

Padova – La città e i dintorni

Circondata dai meravigliosi Colli Euganei, la provincia di Padova è un territorio tutto da esplorare. 

Città d’arte e di scienza, il vivace capoluogo è una tappa irrinunciabile per chi visita il Veneto. 

Il tour non potrà non comprendere la Cappella degli Scrovegni, scrigno di alcuni degli affreschi più belli d’Italia. 

Meritano una visita anche la Basilica di Sant’Antonio, il Palazzo della Ragione e Palazzo del Bo, che al suo interno custodisce l’affascinante Teatro Anatomico e la cattedra di Galileo Galilei. 

Passeggiare per Piazza delle Erbe e Prato della Valle, una vasta piazza circondata da canali e da una doppia fila di statue.

A poca distanza dalla città si estende il Parco regionale dei Colli Euganei, area di oltre un centinaio di verdi colline di origine vulcanica.

Il paesaggio padovano è puntellato di borghi, come quello medievale di Arquà Petrarca che ha accolto il poeta negli ultimi anni della sua vita. 

Ma anche ville e castelli, tra cui la rinascimentale Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia, Villa Barbarigo a Valsanzibio e il Castello del Catajo a Battaglia Terme.

Non mancano città murate, come Monselice ed Este con le rispettive fortezze. 

Ma soprattutto la medievale Cittadella, con la sua cinta muraria di forma ellittica e Montagnana, con ben 24 torri di guardia.

Per un ristoro psico-fisico, ci sono le Terme Euganee, tra i più antichi comprensori termali d’Europa. 

I centri di Abano Terme e Montegrotto risalgono al VI secolo a.C., come testimoniato dai ritrovamenti e scavi archeologici, le proprietà benefiche e terapeutiche delle loro acque sotterranee li rendono un’ambita meta turistica.

Video di Padova, la città dei “tre senza”: il Caffè senza porte, il Prato senz'erba e il Santo senza nome.

Credits: @Turismo-Padova

Vivere a Padova

Padova è una città spesso definita “a misura di studente”. 

Infatti, è impossibile parlarne senza citare l’Università di Padova, uno dei suoi elementi identitari.

Si tratta di una delle università più antiche e prestigiose d’Italia, fondata nel 1222, la seconda dopo Bologna. 

L’università rappresenta uno dei pilastri della città stessa perché sono in gran parte gli studenti, tra residenti, pendolari e fuori sede, a rendere Padova vivace e ricca di occasioni di divertimento.

Riconosciuta come città della scienza e dell’arte è anche simbolo della storia e della tradizione del Paese. 

Un polo culturale in cui si coniugano in perfetta armonia il passato da ricordare e il presente da vivere.

Trasferirsi a Padova per studiare o lavorare è un’esperienza consigliata, anche se la città non è troppo grande e l’offerta di appartamenti non è ampissima. 

Ad ogni modo la città offre tutte le comodità di cui potresti avere bisogno, inoltre è accogliente e situata in un punto strategico per viaggiare, per esempio Venezia è raggiungibile anche in meno di mezz’ora

La città stessa offre tantissime attrattive e divertimenti, ma anche i suoi dintorni sono colmi di luoghi da visitare e scoprire in uno o più weekend fuori porta.

Padova è una città che offre tanto!

Padova è il capoluogo dell’omonima provincia, situata nel nord-est a 40 km a ovest di Venezia. 

Il nome della città deriva dal Latino Patavium, precedentemente era anche conosciuta come Padua. 

È una città costellata da strette vie porticate e grandi piazze, come a Venezia o Treviso, a cui è storicamente e architettonicamente molto vicina. 

A detta di molti, vivere a Padova può essere descritta come una bellissima esperienza. 

È accessibile, percorribile, vivibile e soprattutto accogliente. 

Inoltre è vicina ad altre grandi città italiane che puoi raggiungere in giornata. 

Se stai pensando di trasferirti per studio o per lavoro a Padova, può esserti utile conoscere più a fondo la città. 

Partiamo dal centro storico, che è sempre la parte più affascinante di ogni città e Padova non fa eccezione. 

Tra meravigliosi palazzi, mercati e negozi potrai trovare tutto ciò che ti serve. 

Un altro vantaggio del vivere in centro è potersi comodamente muovere a piedi, con i mezzi o in bicicletta. 

La zona di Arcella, San Carlo e Pontevigodarzere si trova a nord della stazione ferroviaria. 

A un passo dal centro è una delle aree più densamente abitate e ricche di servizi: supermercati, negozi e locali, a cui si aggiungono un Palasport, il Palaghiaccio, un centro sportivo con varie piscine, il distretto sanitario e parchi che lo rendono il polmone verde di Padova. 

Questo quartiere è molto grande e alcune zone sono multietniche, ma da anni è oggetto di una forte riqualificazione, è sicuramente un ottimo compromesso tra comodità e vicinanza al centro.

Puoi optare anche per Sacro Cuore, Sant’Ignazio e Montà. 

Si tratta di quartieri residenziali con vaste aree verdi a nord-ovest della città. 

Sono vicini alla tangenziale, allo stadio cittadino, al Gran Teatro Geox dove si tengono concerti e spettacoli e al cinema multisala più grande di Padova.

Cosa vedere a Padova

Nonostante le guerre susseguitesi nel corso dei secoli e le successive ristrutturazioni, la città ha conservato in parte la struttura urbanistica del passato: strade strette con portici nella zona centrale, piazze monumentali e grandi palazzi vicini a edifici semplici. 

Tra i primi luoghi da non perdere c’è senza dubbio la Basilica di Sant’Antonio. 

È situata nel cuore del centro storico ed è l’edificio più ricco e rappresentativo da vedere a Padova. 

Fu costruita nel XIII secolo per ospitare le sacre reliquie del sacerdote portoghese Sant’Antonio, che qui visse e morì. 

La Basilica è composta da una miriade di stili architettonici diversi. 

L’esterno presenta una facciata romanica, otto cupole bizantine e campanili gotici. 

L’interno è altrettanto magnifico, con affreschi colorati e sculture in marmo. 

Oltre alla visita della Basilica, potrai anche ammirare diversi chiostri e cappelle rinascimentali e un museo dedicato al santo. 

Un altra tappa imperdibile è la Cappella degli Scrovegni. 

È stata costruita nel XIV secolo ai margini di un’antica arena romana e al suo interno si trova uno dei gioielli del primo Rinascimento italiano, nonché patrimonio dell’UNESCO. 

Il suo proprietario, il ricco banchiere Enrico Scrovegni, commissionò a Giotto la decorazione degli interni della sua chiesa nell’arena. 

Questo insieme di affreschi è considerato il capolavoro più significativo del Trecento. 

Poi c’è il Caffè Pedrocchi, l’iconico caffè della città che risale al XVIII secolo ed è il luogo in cui si sono svolti molti eventi storici e riuniti personaggi famosi nel corso degli anni. 

Artisti e intellettuali erano attratti da questo locale per incontrarsi e discutere le loro idee. 

Tra i suoi visitatori può vantare Lord Byron e Stendhal, che lo descrisse come “semplicemente il migliore del mondo”. 

A pochi passi di distanza si trova Piazza dei Signori, una delle principali piazze della Padova più antica. 

Fu costruita nel XIV secolo intorno alla Torre Dell’Orologio. 

Dall’altra parte della piazza si trova la Chiesa di San Clemente. 

Tutto intorno ci sono molti ristoranti, negozi e caffè, dove rilassarsi e fare acquisti. 

Merita una visita anche Prato della Valle, la piazza più grande d’Italia e la seconda in Europa: misura 90.000 metri quadrati! 

Oltre alla grandezza, la sua particolarità è che vi si trova un canale circolare, circondato da decine di statue di personaggi famosi. 

Ma Padova non è solo storia o studio, è anche divertimento! 

Ristoranti, locali per tutte le tasche e la possibilità di fare shopping acquistando ottimi prodotti. 

Tra i migliori outlet a Padova dove vale la pena fare un giro ci sono l’Outlet Maliparmi, Non Solo Sport Outlet e Industries.

Duomo e Battistero di Padova

La Basilica di Sant’Antonio prende gran parte dell’attenzione dei turisti che si recano a Padova, mettendo in secondo piano il Duomo e il Battistero. 

Il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, fu costruito a partire dal 1522 su progetto di Michelangelo Buonarroti.

La facciata su cui si aprono i tre portali è incompleta mentre l’interno è ampio e armonioso anche se di non particolare originalità.

Molto più bello è il Battistero adiacente al Duomo con un ciclo di affreschi considerato il capolavoro di Giusto de’ Menabuoi.

Appena si alza lo sguardo verso la cupola ci si sente osservati da centinaia di occhi di angeli e santi e lo sguardo severo del Cristo Pantocratore al centro della scena.

Sulle altre pareti e sui pennacchi sono rappresentate “Storie della Genesi“, “Profeti ed evangelisti” e le “Storie di Cristo e del Battista“. Accanto al Duomo c’è il Museo Diocesano, ospitato nel Palazzo Vescovile. Il museo raccoglie importanti opere d’arte tra cui tele di Paolo Veneziano, Tiepolo e Giusto de’ Menabuoi.

Cappella degli Scrovegni

Un visitatore distratto che passi davanti all’edificio che ospita la Cappella degli Scrovegni, potrebbe tranquillamente tirar dritto pensando che non ci sia nulla di eccezionale per cui valga la pena entrare.

In realtà, quella “semplice costruzione” come la definì lo stesso Giotto, ospita il più importante ciclo di affreschi del mondo.

Stupendo il cielo stellato sotto il quale si svolgono gli episodi della vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), quelli della vita di Maria (riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo. 

E pensare che che Giotto ci mise solo due anni a completare il tutto. 

Nel 1303 riceve l’incarico da Enrico Scrovegni e nel 1305 ha già terminato. 

Enrico volle costruire la Cappella in suffragio dell’anima del padre, Reginaldo Scrovegni, che di cose da farsi perdonare ne aveva molte. 

Banchiere e usuraio, talmente famoso e temuto, da essere collocato da Dante nell’inferno della Divina Commedia. 

Con la Cappella degli Scrovegni, Giotto cominciò la rivoluzione della pittura moderna.

Basilica di Sant’Antonio a Padova

I padovani chiamano Sant’Antonio “Il Santo“, senza aggiungere il nome. 

Questo fa comprendere non solo l’affetto ma anche l’importanza per Padova della Basilica che ospita le reliquie di Sant’Antonio. 

Meta di un pellegrinaggio senza sosta che raggiunge il culmine con la processione del 13 giugno, la Basilica di Sant’Antonio merita una visita anche per la presenza di molti capolavori dell’arte italiana.

La prima cosa che si nota è la compresenza di stili diversi dovuti agli interventi che si sono susseguiti: la facciata romanica, il deambulatorio gotico con le sette cappelle, le cupole bizantine i campanili moreschi.

All’interno, partendo da destra, si susseguono la Cappella del Gattamelata e quella di San Giacomo affrescata nel 1300 da Andriolo de Santi, uno dei maggiori architetti e scultori veneziani d’allora. 

Subito dopo c’è la Cappella della Crocifissione e poi la Sala del Capitolo, con un frammento di Crocifissione attribuito a Giotto. Il “Tesoro della Basilica” con le reliquie del Santo si trova al centro del Deambulatorio.

In diverse teche sono visibili la lingua e il mento intatti di Sant’Antonio, segno, secondo la Chiesa, del riconoscimento che Dio ha voluto dare all’instancabile opera di evangelizzazione del Santo. 

Nella Piazza antistante la basilica da non perdere Il monumento equestre al Gattamelata, statua in bronzo di Donatello, autentica rivoluzione nella storia dell’arte: è stata la prima statua equestre di grandi dimensioni svincolata da altri elementi architettonici.

La Specola, da prigione a osservatorio

Quando Galileo Galilei, a Padova fra il 1592 e il 1610, osservava il cielo con il cannocchiale, non lo faceva certo dalla torre della Specola, trasformata in realtà in osservatorio poco più di 250 anni fa. 

Lo faceva piuttosto dalla finestra e dall’orto della sua casa padovana, in quella che oggi è via Galilei.

La torre della Specola certo esisteva: l’antica torre di difesa edificata nel IX secolo, la tor longa, era stata risistemata sotto la tirannia di Ezzelino III da Romano per essere prigione e sala di tortura per i nemici del tiranno. 

In rovina dopo la caduta di Ezzelino, venne ricostruita nella seconda metà del Trecento dai nuovi signori di Padova, i Carraresi, per far parte del nuovo castello. 

Nel Cinquecento, con la costruzione della nuova cinta muraria, perse funzione difensiva per diventare semplice magazzino.

Nel 1761 i Riformatori dello Studio, decretarono la costruzione di una specola per le osservazioni astronomiche, che si decise sarebbe stata costruita adattando una struttura già esistente: la scelta cadde proprio sulla Torlonga, dopo una prima proposta che individuava la torre del palazzo principale dell’Università, il Bo. 

A reggere la cattedra di astronomia era in quel momento Giuseppe Toaldo, che stese un progetto in accordo con l’architetto Domenico Cerato.

I lavori vennero avviati nel 1767: il progetto contemplava la creazione nella stessa torre di due osservatori distinti, a diversa altezza e con diverse funzioni. 

Un adiacente edificio in cattivo stato sarebbe stato restaurato e trasformato in Casa dell’astronomo.

Ci vollero dieci anni e più del doppio del denaro previsto perché il progetto, curato da Cerato nei minimi dettagli, nelle soluzioni più sicure e funzionali, e nella scelta dei migliori materiali, venisse realizzato.

Piazza delle Erbe e della Frutta a Padova

Da secoli, Piazza delle Erbe, è il luogo di Padova deputato al mercato. 

I nomi che si sono susseguiti per definire questo ampio spazio ne hanno sempre indicato l’origine e la funzione commerciale: “Piazza della Biada“, “Piazza Del Vino“, così come le scale dell’imponente Palazzo Ragione venivano chiamate “Scala delle Erbe” perché ci si mettevano i venditori di lattughe, cipolle, porri, verze o “Scala del vino” o la “Scala dei ferri lavorati“.

In realtà anche i nomi delle vie circostanti la piazza tradiscono la loro funzione commerciale: osti, macellai, fruttivendoli, ogni angolo aveva una specializzazione.

Alle spalle di Piazza delle Erbe, divisa dal Palazzo della Ragione, c’è l’altra piazza commerciale di Padova: è Piazza della Frutta.

Anche in questo caso il nome tradisce origine e funzione originaria, anche se adesso ospita un mercato in cui si vendono quasi esclusivamente abiti. 

Da notare il Peronio, una colonna medievale il cui nome deriva dal latino perones, le calzature in cuoio che qui venivano vendute.

Le due piazze sono unite dal “Volto della Corda” o “Canton delle busie“, passaggio coperto chiamato così perché qui i bugiardi, i falliti, gli imbroglioni e i debitori venivano colpiti sulla schiena con una corda. 

Le corde rimanevano sempre appese a cinque anelli di pietra infissi nel muro come monito.

L’angolo sotto al “Volto della Corda” prende il nome di “Canton delle busie” (angolo delle bugie) perché qui i commercianti tenevano le loro trattative. 

Sono ancora oggi visibili le pietre bianche con le antiche misure padovane, riferimento per impedire che i venditori imbrogliassero i clienti.

Palazzo della Ragione

Su Piazza delle Erbe affaccia il più imponente palazzo nonché simbolo di Padova: è Palazzo della Ragione (1208 circa) nei secoli sede del Tribunale, da cui prende il nome. 

I padovani lo chiamano anche “Il salone” perché il primo piano è in realtà un unico ambiente a forma di salone, per molti secoli il più grande del mondo, a cui si accede dalla “Scala delle Erbe” in Piazza delle Erbe.

L’interno del palazzo è stupefacente: un unico ambiente lungo 80 metri e largo 27, completamente affrescato. 

Doveva essere ancora più bello quando c’erano gli affreschi di Giotto, distrutti durante l’incendio del 1420.

Il ciclo pittorico all’interno del palazzo è uno dei più grandi al mondo: si susseguono motivi zodiacali, astrologici, religiosi, animali, che simboleggiano le attività della città, nei diversi periodi dell’anno e l’intervento dei giudici del palazzo per derimere le questioni.

Nel Salone è conservata la Pietra del Vituperio“, un blocco di porfido nero di su cui i debitori insolventi erano obbligati a spogliarsi e battere per tre volte le natiche prima di essere costretti a lasciare la città.

Questa pratica ha dato origine all’espressione: “restar in braghe de tea”. 

Davanti al Salone (accanto al Palazzo Comunale) c’è il Palazzo delle Debite“, adibito a prigione a cui si accedeva direttamente dal Palazzo della Ragione con un passaggio ormai distrutto.

Prato della Valle

I padovani sono fieri della grandezza di Prato della Valle (88,620 mq), una piazza che per estensione totale è seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca. 

Per comprendere quanto effettivamente sia grande, basta pensare che è formata da un’isola centrale, completamente verde, chiamata Isola Memmia in onore del podestà che commissionò i lavori.

Intorno all’isola c’è una canale di circa 1,5 km di circonferenza, circondato da una doppia fila di statue numerate (78) di personaggi famosi del passato. 

Per raggiungere l’isola centrale ci sono 4 viali incrociati con relativi ponti sul canale.

Prato della Valle sorge in un luogo da sempre fulcro della vita di Padova: qui c’era un grande teatro romano e un circo per le corse dei cavalli.

Qui furono martirizzati due dei quattro patroni della città, Santa Giustina e San Daniele. 

Nel Medioevo si svolgevano fiere, giostre e feste pubbliche. 

Oggi in Prato della Valle turisti e padovani passeggiano, vanno in bici, prendono il sole d’estate o fanno tardi la sera. 

Dopo anni di abbandono, la Piazza ha finalmente ripreso la sua centralità nella vita di Padova.

Musei Civici di Padova

In Piazza Eremitani, a pochi metri dalla Cappella degli Scrovegni, ci sono i Musei Civici che comprendono oltre alla cappella stessa, il Museo Archeologico, il Museo d’Arte Medievale e Moderna e il Museo Bottacin di Palazzo Zuckermann.

L’Archeologico raccoglie reperti di epoca paleoveneta, pre-romana e romana e una sezione egizia con i ritrovamenti dello straordinario esploratore padovano Giovan Battista Belzoni. 

Il Museo d’Arte Medievale e Moderna raccoglie opere dei grandi maestri della pittura italiana nel periodo dal 1300 al 1800.

Il pezzo forte della collezione è il Crocifisso di Giotto, che prima si trovava sull’altare della Cappella degli Scrovegni. 

Folta la presenza di pittori veneti: Boccaccio Boccaccini con la “Madonna col Bambino“, il Veronese, Tintoretto con la “Cena in casa di Simone” e “La Crocifissione“, Giambattista Tiepolo con “San Giuseppe col Bambino“, “Madonna” e “Cristo nell’orto degli ulivi“.

Palazzo del Bo e Gabinetto Anatomico

Succede raramente di visitare una città e cercare qualcosa da vedere nell’Università locale. Quella di Padova, però, fa eccezione. 

Dal 1222 nelle aule di Palazzo del Bo (prende il nome da un’antica locanda di un macellaio) sono passati Leon Battista Alberti, Galileo Galilei, Niccolò Copernico e molte altre personalità che ne hanno fatto un’istituzione mondiale in molti campi della ricerca scientifica.

Sono due i lasciti principali di 800 anni di cultura: il Teatro Anatomico e la Cattedra di Galileo Galilei. 

Il Teatro, voluto da Girolamo Fabrici d’Acquapendente nel 1594, è uno straordinario teatro in legno di noce che permetteva agli studenti di assistere, dall’alto, alle autopsie sui corpi.

Un’iscrizione all’ingresso del teatro recita “Hic est locus ubi mors gaudet succurrere vitae“, cioè “è questo il luogo dove la morte gode nel soccorrere la vita“. 

Nella Sala dei Quaranta, chiamata così denominata per i quaranta ritratti di studenti stranieri, c’è la cattedra di legno da cui Galileo insegnò matematica e fisica dal 1592 al 1610.

Orto Botanico

Lo sanno in pochi ma Padova ha svolto un ruolo fondamentale per lo studio delle piante medicinali e l’introduzione in Europa di molte piante esotiche.

L’Orto Botanico di Padova fu istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei “semplici”, cioè di quei medicamenti che provenivano direttamente dalla natura.

Allora non esistevano medicinali e quelle piante erano preziosissime, tanto che ogni notte si verificavano furti nonostante la pena del carcere o dell’esilio per chi le commetteva. 

Questo rese necessario la costruzione del muro circolare che ancora oggi identifica l’Orto di Padova come orto chiuso o orto circolare.

Gran parte delle erbe e delle piante furono importante dalla potentissima Repubblica di Venezia che aveva rapporti commerciali con tutti i paesi allora conosciuti. 

A mettere in pratica l’uso di queste erbe furono alcuni illustri professori che avevano studiato e tradotto le opere di medicina greca di Teofrasto, Aristotele e Galeno.

Una tradizione secolare culminata nel 1997 con l’inserimento dell’Orto Botanico di Padova nella lista del Patrimonio UNESCO. 

Oggi ci sono circa 6.000 esemplari di 3.500 specie botaniche e quattro meravigliose serre che riproducono diversi climi con lo scopo di conservare molte piante del mondo.

Villa Pisani Museo Nazionale

Dieci minuti di auto fuori dal centro storico di Padova c’è la più bella delle ville venete: Villa Pisani Museo Nazionale. 

Nelle 114 stanze di questa villa del 1700 sono passati dogi, re e imperatori oggi è un museo nazionale che conserva arredi e opere d’arte del Settecento e dell’Ottocento. 

In realtà è limitante chiamarla villa perché la famiglia Pisani chiese all’architetto Francesco Maria Preti di realizzare un edificio simile a un palazzo reale.

Il capolavoro della villa è l’affresco “Gloria della famiglia Pisani” della sala da ballo dipinto da Gianbattista Tiepolo. 

Le stanze sono denominate in base all’utilizzo o all’ospite di riguardo che vi soggiornò. 

La più importante è quella di “Napoleone“, con letto a baldacchino in stile impero. 

L’Imperatore francese, infatti, soggiornò nella villa dal dal 28 novembre al 13 dicembre 1807 dopo averla acquistati dai Pisani in rovina per poi donarla al vicerè d’Italia Eugenio di Beauharnais.

Il LifeStyle e il Tempo Libero a Padova

Tempo libero a Padova e dintorni

Ovviamente, per il tuo futuro non esiste “solo” il lavoro!

Noi di Xerendipity vogliamo anche darti qualche “dritta” su come e dove passare il tempo libero.

Vogliamo condividere con te una lista dei principali ristoranti, bar, pub dove potrai gustare ottimi piatti della cucina locale e… incontrare nuovi amici.

Cosa fare la sera: zone della movida e migliori locali

La quotidianità di uno studente universitario è caratterizzata in maniera preponderante dallo studio ma dopo una giornata trascorsa sui libri è d’obbligo staccare la spina e trovare una risposta all’amletico quesito “cosa fare a Padova la sera?”.

Chiamiamo gli amici e concediamoci qualche ora di svago per combattere lo stress da esame, o da lavoro e scaricare le tensioni accumulate durante la giornata.

Le possibilità offerte dalla città sono davvero infinite, adatte a tutti i gusti e a tutti portafogli, quindi non dobbiamo fare altro che scegliere come trascorrere il nostro preziosissimo tempo libero.

Per conoscere le escursioni e altre attività da fare a Padova e dintorni puoi visitare questi siti:

Per conoscere le escursioni e altre attività da fare a Padova e dintorni puoi visitare questi siti:

Informazioni di Utilità a Padova

©Copyright Xerendipity Corporation Ltd.
All Right Reserved

Xerendipity: Email info@thexerendipity.com
Uff. IT  +39 02 8088 8424

Xerendipity Agenzia Selezione Personale Domestico Referenziato con Esperienza Garantito 12 Mesi, Maggiordomo, Governante, Babysitter, Tata, Autista, Chef, Chauffeur, Badante, Giardiniere

Padova – Veneto – Italia